“Al terzo ascolto è un’altra cosa”: MGMT – Congratulations
“Al terzo ascolto è un’altra cosa” racconta i dischi che al terzo ascolto ti fanno vedere il mondo in maniera diversa.
Però attenti che diventate ciechi.
È possibile arrivare tardi all’ascolto di un disco? Cioè, è possibile sviluppare il principio dei tre ascolti di un disco nell’arco di circa cinque anni?
Vi spiego: ho conosciuto i MGMT nel 2013 a sei anni di distanza dal loro primo disco Oracular Spectacular.
In quell’anno ero all’inizio del programma che avrei condotto su Radio Flo per altre cinque stagioni e la squadra della radio era formata per lo più da ascoltatori di quella che, in quegli anni, veniva anche chiamata “indietronica”: un mix di psichedelia, suoni sintetici, elettronica e retaggi di musica beat; poche distorsioni e molto onirismo, il tutto confezionato per poter strizzare l’occhio al pop.
Ero in una fase della vita in cui avevo necessità di cambiare un po’ gli ascolti, mettere nelle orecchie suoni per me nuovi ed esplorare altri mondi musicali (questo l’ho capito qualche anno dopo, al tempo fu tutto un lavoro assolutamente inconscio).
Oracular Spectacular fu un disco pieno di singoloni da cantare a squarciagola e fece la fortuna dei MGMT che in poco tempo diventarono uno dei gruppi di riferimento della scena hipster; perché prima c’ho girato un po’ intorno con le parole ma coloro che ascoltavano la cosiddetta “indietronica” erano, alla fine della fiera, gli hipster.
Insomma, erano per me anni di transizione sotto tanti punti di vista: stavo cambiando ambiente, persone, città, rapporto con me stesso e tutta una serie di cose che intervengono in determinate fasi della vita, soprattutto se ci si trova alla soglia dei trent’anni.
Tutte queste cose hanno creato in me un coinvolgimento maggiore nei confronti degli ascolti che i miei nuovi soci di radio, e amici, avevano rispetto ai miei che erano decisamente più crudi ed esplosivi.
Oracular Spectacular fu forse il disco spartiacque, quello che mi aprì le porte del nuovo mondo permettendomi di ampliare di molto i miei ascolti, approfondire, conoscere, imparare e ritornare a stupirmi musicalmente, questione questa che fa capire quanto avessi bisogno di nuovi stimoli, non arrivandone più tanto da un paio d’anni.
Da lì in poi il vuoto rispetto ai MGMT, il loro primo disco mi bastava ed avanzava, non avevo necessità di approfondire una band sola ma il bisogno era più ampio: dovevo conoscere più band possibili, capire se effettivamente stessi virando verso altro oppure se quella era solo una fase di sperimentazione che mi permettesse di rendere più consapevole la mia inclinazione alle distorsioni. Sicuramente, maggiore sarebbe stato il mio bagaglio, più probabilità avrei avuto di crescere culturalmente, allenare tutti i sensi, progredire come persona e condividere tutto questo soprattutto in radio, che all’epoca era la mia valvola principale di sfogo (non avevo una band stabile in quel periodo, soffrivo molto la mancanza del suonare, comporre, stare su di un palco).
Congratulations è il secondo disco dei MGMT, pubblicato nel 2010; un disco diverso già per chi era amante del genere: i suoni ancora più onirici, surreali, una produzione con pochi singoli (per precisa volontà della band), un’evoluzione molto evidente a soli tre anni di distanza dal debutto. Come avrei potuto apprezzare subito un disco completamente diverso di una stessa band che avevo conosciuto da poco e che mi aveva mostrato che era riuscita a cambiare veste in soli due dischi?
Abbandonai quindi Congratulations immediatamente, senza neanche ascoltarlo tutto almeno una volta, per poi riprenderlo soltanto quest’anno ad inizio primavera dopo cinque anni dal primo approccio: lo metto in macchina, parto, ascolto due brani, cambio disco.
In un momento storico in cui l’etica ambientale diventa sempre più necessaria e si punta tanto sulla stagionalità dei prodotti, perché non applicare il principio anche alla musica? Non è una novità quella che dico ma è una cosa che ho riscontrato molto ultimamente, tanto da averne già parlato nella cassettina di novembre di To Tape su CSI MAGAZINE.
Perché in primavera questo disco non mi aveva colpito ancora? Innanzitutto perché era già inserito nella categoria “Al terzo ascolto è un’altra cosa”, anche se dovevo ancora capirlo; e poi perché era primavera e Congratulations è assolutamente un disco da ascoltare all’inizio dell’inverno ed esattamente poco prima di Natale, perché ha quel non so che di neve, cioccolata calda e odore di dolci ovunque. Partendo da It’s Working, il primo brano, poi Found a Whistle (saranno i fischi di Natale?) fino ad arrivare a Congratulations, il brano ballad per eccezione, quello da Il Tempo delle Mele, pieno di zucchero, baci e balli cuore a cuore, stretti nei grandi maglioni brutti che solo a Natale siamo capaci di indossare.
E poi “Inbetween the liners” che chiude il disco e ha la stessa delicatezza di una puntata di Zio Tibia: quell’ansia che ci assale quando abbiamo capito che le vacanze di Natale sono finite e arriva gennaio, forse il mese più noioso di tutto l’anno.