La nazionale di volley dei Queens Of The Stone Age

Scartabellando tra i mille documenti del mio hard disk ho trovato questo “articolo” che scrissi per un noto sito di musica, perché mi vollero fare un provino ma poi la cosa non andò in porto. Non giudico nessuno perché ognuno ha i suoi parametri ed una precisa linea editoriale, però mi dispiaceva tenerla nascosta – dato che non fu mai pubblicata, naturalmente – e così eccola qui: era l’agosto del 2017, stavo guardando la nazionale italiana di pallavolo e pochi giorni prima i Queens Of The Stone Age pubblicarono Villains, il loro ultimo disco.
Buona lettura.

Come molti sapranno (in realtà non lo sa nessuno ma è importante far sentire gli altri importanti), sono sempre stato un appassionato di volley a targhe alterne perché l'ho praticato al liceo, tantissimo nella versione estiva in spiaggia ma ho sempre e solo seguito la nazionale in TV e mai i campionati di A1, A2 (che ricordiamo oggi essere anche la vecchia SA-RC) etc.
Ieri la partita Italia - Repubblica Ceca in diretta sulla TV pubblica, fine giornata lavorativa, piattone di pasta e birra fresca.
Essendo un tifoso a targhe alterne come già detto - da europeo ad europeo passando per mondiali ed olimpiadi - mi perdo, ovviamente, i cambi di titolari e finisco sempre per imparare a conoscerli partita dopo partita, per poi ritrovarmi a fare tutto da capo al campionato tra nazionali successivo. 
Però l'attaccamento alla maglia rimane lo stesso perché in fondo lo stile italiano lo riconosci sempre ed è quello a cui poi ci si lega.
Insomma, mentre guardavo la partita con passione ed ardore (le giocate e gli ace del ventunenne Giannelli sono tra le cose da segnalare), pensavo al poco clamore mediatico che si crea dietro questo sport, la tuttologia del popolo del web scompare nel caldo abbraccio del var e ho sempre la sensazione che ci sia poco per cui scazzottarsi, che ci siano troppi discorsi tecnici da affrontare rispetto al calcio e che tanto il volley sta lì, esiste sempre, l'Italia fa sempre abbastanza bene e allora ci basta leggere il giorno dopo che il passaggio al girone successivo ci sia stato.
Un po' come quello che è successo all'ultimo disco uscito dei Queens of the Stone Age che ancora molti non l'hanno considerato perché tanto ormai Homme c'è e scrive dischi in continuazione; i pochi (parlo per l'Italia) che ancora ne parlano si dividono tra quelli che «Quando c'era Sartoretti sì che erano dischi della Madonna»; «Sì, però i riff di Giannelli hanno poco groove. Quello ha 21 anni, cosa vuoi che capisca ancora. Quello nel 1993 dov’era?» e chi comprende i cambiamenti, legge la squadra nel suo assetto presente, tenendo al passato per quello che è e facendosi coinvolgere dalle novità: «Cioè, quello Giannelli ha 21 anni, è in nazionale ed ha appena messo su due ace alla Repubblica Ceca. Tu a 21 anni che hai combinato di così importante?».

Nel frattempo la stampa di settore si sbraccia tra interviste, recensioni e accostamenti a grandi dischi della storia, dai Led Zeppelin ai Peaches, passando per Beatles e Arcade Fire – tutte cose per me assolutamente vere – senza però scomodare addirittura James Brown durante un excursus sul groove letto nell’internet e che mi ha fatto sanguinare gli occhi (poi vi lamentate che Uomini e Donne è un programma per celebrolesi).
Alla fine l’Italia, nel silenzio della maggior parte delle persone e della stampa, ha chiuso 3-0 la partita contro la Repubblica Ceca, è seconda nel girone e incontrerà la Turchia agli ottavi.
Io il 4 novembre vado a Bologna a vedere i Queens Of The Stone Age.

P.s. Comunque poi non andai a vedere i QOTSA a novembre e ancora lo rimpiango

  • Febbraio 5, 2019