I battiti della nuova musica: Amapiano e Mahraganat

I battiti della nuova musica: Amapiano e Mahraganat

I battiti della nuova musica: Amapiano e Mahraganat. È un titolo di per sé già esplicativo e che punta esattamente al tema, ancora di più se in relazione allo slogan che accompagna questo programma da due stagioni, anche se è un principio che ha alimentato tutte le trasmissioni da me condotte: indaghiamo il futuro attraverso i battiti della nuova musica. Capire cosa succede nel presente e analizzare ciò che ci portiamo dal passato con lo scopo di farci accompagnare nel futuro dai nuovi artisti e i nuovi metodi di espressione.

L’Africa tra il passato e il futuro

È cosa ben nota che il “continente nero” sia la madre di tutte le musiche che in occidente si sono trasformate in generi ben precisi segnando epoche, mode, stili di vita, politica e di fatto polarizzando anche alcuni periodi storici che non avrebbero avuto lo stesso impatto: cosa sarebbe stato Woodstock senza il Rock? Seattle senza il Grunge? La costa Est e Ovest senza il Rap? Ma anche il Soul senza l’Harlem Cultural Festival, di cui abbiamo parlato in questa puntata e raccontato nel documentario uscito nel 2021 diretto da Questlove (The Roots).

La necessità come motore creativo

La storia ci insegna che la maggior parte dei generi musicali (se non praticamente tutti) sono nati dalla necessità di uscire da una situazione di marginalità sociale di un gruppo di individui, spesso appartenenti a classi sociali di livello più basso, la cosiddetta “manovalanza”. Il perché di questa connessione sta nell’universalità del linguaggio musicale: il ritmo e la melodia sono capaci di trasmettere stati di tensione emotiva, positiva o negativa che sia, mentre l’applicazione del linguaggio alla musica porta ad un lavoro di equilibrio tra i due mondi e a quella forzatura della capacità espressiva oltre il proprio limite usuale che si trasforma poi nelle nuove forme di comunicazione.

Il discorso è ovviamente lungo e non è questa la sede adatta per affrontarlo. È sempre un programma radio con lo scopo di diffondere certa musica attraverso l’intrattenimento. Prima nel programma, e poi con gli articoli a corredo dei podcast, fornisco quegli input necessari ad un successivo approfondimento personale.

I battiti della nuova musica: Amapiano e Mahraganat

Nascono in zone totalmente opposte, l’Amapiano in Sudafrica e il Mahraganat in Egitto, quindi al Nord. ll primo nasce nelle Township (come fu per l’Hip Hop) e gli Yanos sono coloro che lo vedono come uno stile di vita oltre che musicale. È la musica House il principale motore che innesca la nascita di vari stili: kwaito, gqom e bacardi: l’Amapiano possiamo dire essere un po’ il discendente di questi generi musicali unito al Jazz sudafricano (nato sempre nel periodo dell’Apartheid). Musicalmente molto elegante ma fortemente coinvolgente, i party infuocati al ritmo dell’Amapiano ne sono la prova.

Il secondo è un’evoluzione dello Chaabi, stile musicale nato in Nordafrica negli anni 70 che si differenzia in base al territorio in cui si sviluppa. In questo caso si parla di musica egiziana che fonde R&B, rap e techno. Un sound elettronico con potenti bassi e molto ballabile nato assemblando tracce musicali e voci scaricate dal web. Mahraganat, significa “festival” in arabo, diventato famoso dopo la primavera araba del 2010 ora è di nuovo sotto processo perché considerato eversivo e sconveniente nel linguaggio.

Questo è un piccolo riassunto di ciò che troverete nel podcast della settima puntata di questo programma che, vi ricordo, lo trovate ogni settimana in diretta su dieci radio sparse per l’Italia e per tutta la settimana.

E ricordatevi sempre, se avete scoperto qualcosa di nuovo grazie a queso programma, ditelo in giro: il passaparola è fondamentale per poter crescere insieme.

  • Novembre 30, 2022
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