Le radici dell’Afrobeat nel mondo
Le radici dell’Afrobeat nel mondo soprattutto negli ultimi due anni si sono allungate fino in Italia attraendo sempre di più musicisti e addetti. Non sapendo ancora dire quale sia il confine tra moda e autenticità (ne abbiamo parlato anche con Manuel Volpe), è un fatto ci sia una certa attenzione al genere rispetto al passato. La dimostrazione sta, ad esempio, nei cartelloni dei festival dell’estate: nonostante ci sia ancora una visione parziale si nota qualche piccolo cambiamento in atto.
L’eredità di Fela Kuti
È un titolo altisonante ma qui il termine è intrinsecamente collegato ad un puro fatto di sangue e al passaggio obbligato di testimone quando Femi Kuti, il figlio più grande, è stato costretto a prendere in mano le redini degli Egypt 80 dopo l’arresto del padre nel 1984 a Lagos.
Eredità poi divisa con Seun Kuti (c’è una mia intervista su Rumore) che negli ultimi anni porta avanti il messaggio politico e sociale di solidarietà, uguaglianza in difesa degli emarginati trasmesso attraverso la musica, la cui nascita è dovuta proprio al Black President Fela Kuti. In questa puntata non potevo esimermi dal fare un accenno e ascoltando il lavoro di Femi (di cui consiglio anche la versione remix del suo disco più rappresentativo) e Dele Sosimi, braccio destro di Fela e successivamente del figlio Femi, nonché figura chiave nella scena Afrobeat di Londra.
L’Afrobeat nel mondo
Premesso che non si finisce mai di parlarne, dalle sue origini ad oggi, la carrellata fatta di gruppi che rappresentano questo genere musicale pur non provenendo dall’Africa ha avuto lo scopo di vedere come il contesto in cui viviamo e operiamo ci influenzi.
Partendo dai Rumba De Bodas, collettivo italiano che opera da 15 anni e con un nuovo album appena pubblicato, abbiamo potuto notare come loro, gli Ogun Afrobeat (Madrid) o l’Abayomy Afrobeat Orquestra che arriva dal Brasile abbiano delle diversità ben evidenti, non tanto perché ogni gruppo ha differenti musicisti ma per l’influenza esercitata dai contesti musicali tradizionali dei territori di provenienza.
Dopo l’Afrobeat
La seconda parte della puntata è dedicata all’ascolto di nuovi dischi collegati tra di loro attraverso il tema della sospensione e dilatazione ritmica: l’Ep dei United Freedom Collective, i Lunar Dreams da Fuerte Ventura consigliati da chi ascolta questo programma, il nuovo album di Wesley Joseph, artista giovanissimo e visionario della nuova scena di Londra che trova nell’Hip Hop la matrice da cui partire, la giovanissima Ruti. C’è anche un breve ricordo di Wayne Shorter a pochi giorni dalla sua scomparsa e oltre a quanto detto in puntata, vi segnalo questo progetto insieme a Esperanza Spalding, altra artista della nuova generazione Jazz che sta facendo grandi cose.
Buon ascolto.