M’illumino di Jazz: le ultime due puntate in podcast.
Tanto Jazz nella seconda e terza puntata della settima stagione. To Tape è un programma in costante mutazione, dalla grafica (come vi sembra quella di quest’anno?) alla sigla, e la modalità di diffusione dei contenuti. In questa settima stagione, per esempio, riprenderanno le interviste, abbandonate l’anno scorso, ma fatte e vissute in una maniera meno classica. Ed è una cosa che potete già verificare proprio nella terza puntata e nella quarta che è ancora On Air questa settimana.
Il Jazz nella 7×2
L’apertura delle danze è affidata ai Roots che sono stati il ponte per parlare di Jazz e Rap di oggi. Il nuovo disco della chicagoana Fatimah Nyeema Warner, in arte Noname, è distribuito in maniera indipendente, segno che il DIY è ancora un tratto distintivo. Il connubio Jazz-Rap è garantito in Sundial da Common, da Yussef Dayes che ascoltiamo nel suo esordio Black Classical Music: ” Cos’è il Jazz? Da dove deriva la parola? Nato a New Orleans, nato nel ventre del fiume Mississippi, radicato nei Caraibi, nella cultura sudamericana e nei rituali africani. Continuiamo a suonare la musica di Miles Davis, Rahssan Roland Kirk, Nina Simone, John Coltrane, Louis Armstrong. Questa musica è in continua evoluzione ed illimitata nel suo potenziale – afferma Dayes introducendo l’album.”
La tromba di Breezy e il Neo Soul italiano
C’è il disco postumo di Jaimie “Breezy” Branch: trombettista di NY dalla forte personalità, ha sempre portato il Jazz oltre, grazie alle sue radici e alle collaborazioni con artisti di estrazione varia. Fly or Die Fly or Die Fly or Die ((world war)) esce per l’International Anthem che di sperimentazione in ambito Jazz ne sa parecchio. Nel disco c’è addirittura spazio per una spettacolare rilettura di un brano degli esponenti del Grunge prima ora Meat Puppets.
Da solito quartiere di Leeds, i Gotts Street Park tornano con On The Inside mantenendo vivida quella chimica da disco registrato insieme e in una stanza. È presente anche ENNY che ritroviamo insieme a Jorja Smith che nonostante la fama mondiale tiene ancora più piedi nell’underground.
C’è un po’ di Neo Soul italiano con nuove canzoni di Marta Tenaglia, l’esordio sulla lunga distanza di Friz e la giovane Leultimeparolefamose. Ancora Jazz in Italia con un paio di uscite che vedono al centro Paolo Fresu pur non essendo lui l’artista principale in questi lavori.
Jazz, arpa, sampling e Marocco nella puntata 7×3
La seconda puntata si era conclusa con un brano dei Lafayette Afro Rock Band, tra le band funk più influenti degli anni ’70 (e che ci porta addirittura alla Four Flies Records). Il pattern di batteria di Hihache è diventato fondamentale per la creazioni di moltissimi brani, così come uno dell’artista e attivista marocchina Najat Aatabou il cui sample è la struttura portante di Galvanize, uno dei brani più popolari dei Chemical Brothers. Il suggerimento di Najat Aatabou è arrivato da chi segue il programma e, come sapete, capita di inserire in scaletta i vostri suggerimenti o le segnalazioni.
L’altra parte è dedicata all’arpa e al sempre più frequente utilizzo nel jazz moderno, come fanno Brandee Younger, con il nuovo album Brand New Life, e Muva Of Earth nell’Ep d’esordio per Brownswood Recordings: una meditazione punk come la stessa artista afferma. Grazie a align with Nature’s intelligence andiamo in giro collegando suggestioni e artiste dall’impatto emotivo simile. C’è spazio per Sofia Kourtesis che torna con Madres, un album con una storia dietro emotivamente forte ma dal lieto fine. Chiudiamo in Italia con un focus sul progetto jazz Two things of Gold che la stessa Francesca Sortino ci racconto tra un brano e l’altro.