La world music come musica del mondo
Fino a qualche anno fa con “World Music” si usava intendere tutte le musiche non provenienti dall’Occidente – Africa, Asia, America Latina – in una sorta di discriminazione passiva.
Non volendo andare in profondità nella conoscenza di musiche nuove, si raggruppava tutto sotto lo stesso termine a prescindere dal genere e dal luogo: “ha dei ritmi, melodie, canti strani? Quella è World Music”. Oggi esiste sempre quell’idea di World Music ma molto meno ghettizzante e sbrigativa per ignoranza. Qui c’è un articolo di qualche anno fa che racconta la nascita e l’evoluzione del termine
La world music, oggi
Quando parliamo oggi di musica del mondo, raccontiamo la mescolanza tra generi musicali diversi, appartenenti a territori diversi che nel loro incontrarsi generano forme nuove, nuovi suoni. Così, i Tinariwen che citiamo in questa puntata, o le musiche di Mdou Moctar come anche strumento di denuncia politica e rappresentanza del presente (o anche futuro); il suo ultimo lavoro Funeral for Justice ha addirittura scomodato Damon Locks dei Black Monument Ensemble:
Questo disco trasporta l’ascoltatore nel cuore della musica dei Mdou Moctar. La fusione di intenzione e motivazione crea un’esplosione di suoni che abbraccia e scuote e invita a ballare! Invita a respirare. Invita a essere solidali con la musica e a entrare in contatto con la condizione umana. Cosa significa essere liberi di questi tempi? È possibile liberare il mondo dalla mentalità colonialista che ha causato danni e sfiducia? Possiamo piangere i morti e allo stesso tempo ricostruire per creare qualcosa di più stupefacente, di più fantastico? ‘Funeral For Justice’ dice che possiamo.
La musica elettronica del Maghreb
Due dischi in questa puntata che ci hanno aperto le porte sulla storia della musica elettronica del Maghreb, da una parte, e sulle contaminazioni tra la musica siriana e le tradizioni folk italiane. Lamana, l’album dei FusaiFusa nasce tra le mura del Locomotiv Club di Bologna che fa anche il lavoro da etichetta e pubblica il loro album d’esordio come Locomotiv Records. Con Lamana abbiamo anche l’occasione di parlare dell’etichetta inglese On The Corner, il cui slogan è “il suono di domani, oggi!” quindi in linea con uno dei principi di questo programma. Con la On The Corner apriamo una finestra su Casablanca e sulla musica Gnawa, grazie ad uno dei paladini dell’afrofuturismo che tra il 2020 e il 2021 ha fatto scalpore con i suoi dischi usciti per l’etichetta di Londra. Dall’altra, Shajara il disco dello Shajara Ensemble, anche questo un esordio, dalla Siria ci trasporta in diversi altri luoghi, grazie sia alla provenienza siro-italiana di Giorgio Debernardi che alla presenza di musicisti di estrazione geografica e musicale diversa.
Buon ascolto.