Due giorni in un tot di dischi
Conosco come le mie tasche la strada da Lamezia Terme a Nardò e potrei quasi farla ad occhi chiusi (deviazioni comprese), ma soprattutto ormai ho la certezza matematica che il tempo di viaggio è sempre quello, cascasse il mondo.
Ogni volta, prima di partire per la città salentina, preparo la chiavetta usb con una quantità considerevole di dischi, facendomi ispirare dalle emozioni che provo prima della partenza – influenzate da una serie di fattori: lo scopo del viaggio, la stagione meteorologica, il tempo di permanenza in città.
Stare in macchina per un tot di ore di seguito mi permette di ascoltare nuova musica, di approfondirne di vecchia e di stare un po’ con me stesso senza troppe rotture di scatole. Il viaggio su strada, per me, ha sempre avuto il ruolo di “cameretta” in cui ti chiudi a chiave in barba ai tuoi genitori che bussano insistentemente per dirti, spesso, cose futili o per curiosare nella tua adolescenza.
Chi ha seguito le prime diciotto puntate del programma, ha già una vaga idea di quale siano stati i dischi che più mi hanno colpito e la scelta di alcuni di questi per il viaggio non saranno sicuramente una sorpresa.
Mellow Mood – Large (lo ascolti per intero qui): È stato un disco rivelazione per me che non amo particolarmente il raggae – quello Raggamuffin mi incuriosisce sicuramente di più -, anche se esistono dei dischi fondamentali del genere che mi accompagnano da anni. Conosco la band fin dalla sua formazione e, non lo dico solo io, rappresenta uno dei gruppi di punta della scena reggae italiana (nonostante i due fratelli, la mente del gruppo, abbiano solo 30 anni).
A proposito, c’è una bella intervista della band a cura di Carlo Pastore e la leggete qui
Hookah & The Trenchtown Train – Rootsafari (lo ascolti per intero qui): Rappresenta l’altra parte del reggae, quella meno spinta, meno “hardcore” e la componente surf che la band ci butta in mezzo ha certamente aiutato la mia persona ad avvicinarsi a questa produzione discografica molto semplice e diretta, e forse anche per questo mi ha colpito. (conoscete il Surfer Joe, noto live club di Livorno?)
Damian Marley – Welcome to Jamrock (lo ascolti per intero qui): Conosciuto anche come “Jr. Gong”, è il più giovane della famiglia Marley e, a mio avviso, il più talentuoso. Ho conosciuto ed amato questo disco soltanto quattro anni dopo la sua uscita e da allora per me rappresenta il riassunto perfetto della generazione Marley: un piccolo racconto di quella che è stata la musica di Bob Marley e la sua evoluzione, attraverso le altre voci che hanno trasmesso l’eredità di uno dei personaggi più misteriosi e controversi della musica internazionale (lascio a voi buttarvi alla scoperta di una bibliografia consistente al riguardo).
Noyz Narcos & Fritz Da Cat – Localz Only (lo ascolti per intero qui): Quando metto su un disco del “King dei Truce”, tutta la romanità in me acquisita durante nove anni di vita nella Capitale riaffiora attraverso i miei ricordi e di chi mi ha raccontato le storie tipiche della Roma di strada; se dovessi indicare un rapper italiano da inserire nel genere Horrocore Rap, metterei sicuramente lui.
La produzione di Fritz Da Cat (un Calabrians Most Famous), in questo disco, gli dà quel tocco funky e soul che smussa un po’ gli appuntiti angoli del Rap di Noyz Narcos, rendendo l’album un meltin’ pot del Rap italiano dal tra gli anni 80 e 90.
Dicevo che le stagioni influenzano anche il mio scegliere i dischi da accompagnamento, che credo sia una cosa scontata per la musica: così è stato per il viaggio ritorno tra sole, sfere di ghiaccio grandi quanto una pallina da ping pong che cadono dal cielo, pioggia fitta, vento e di nuovo sole, pioggia fitta e vento.
Come nervoso è stato il tempo meteorologico che ha accompagnato il ritorno, così è stata la scelta della musica da mettere in macchina, premesso che la chiavetta usb conteneva tanti altri dischi ma sono i più da me ascoltati nell’ultimo mese e non mi andava di farmeli venire a noia. E poi, durante il viaggio di ritorno dal Salento ascolto spesso la radio
Pearl Jam – Ten (lo ascolti per intero qui): Avevo bisogno che il mio cervello, durante la tempesta di grandine, ascoltasse la musica più variegata, erano circa le 14:30 e a quell’ora c’è Mixo su Radio Capital. Per chi non conoscesse uno degli speaker radiofonici più musicalmente preparati di sempre, consiglio di approfondire. Se appartenete, invece, alla generazione di fagocitatori di musica degli anni 90, conoscete più che bene l’uomo che fece irruzione nella TV italiana con un’inondazione di musica alternative, facendoci uscire tutti fuori di testa. Per quanto riguarda il disco dei Pearl Jam, beh, è un disco incredibile uscito nel 1991, ed in assoluto il mio preferito della band, scritto da cinque ragazzi che all’epoca avevano circa 27 anni; Mixo mise “Jeremy” durante la puntata di oggi e subito dopo il mio desiderio di riascoltare il disco per intero non si fece aspettare neanche un momento.
Raffaele Costantino – Musical Box (il podcast ascoltato in questo caso è qui): Non è un disco ma il programma musicale che Dj Khalab (altro Calabrians) conduce da dieci anni su Radio2 ed è per me uno dei migliori programmi di musica in Italia. Nonostante i generi trattati non siano la mia fonte principale di ispirazione, la qualità di Raffaele Costantino, come speaker e come disk jockey, è obiettivamente di un livello molto alto. È uscito da poco il suo nuovo disco (lo ascoltate per intero qui) che ancora non ho ascoltato ma avevo voglia di farmi trascinare un po’ dallo spirito soul di Raffaele, filo conduttore nella selezione dei dischi di Musical Box o delle musiche che produce come Khalab.
Sul finale una mezza puntata di Casa Bertallot, una a caso, per trasportarmi sereno attraverso gli ultimi chilometri che mi separavano da casa.
(Ci sarà sicuramente qualche refuso, anche se ho letto e riletto, ma calzerebbe perfettamente con lo spirito di conduzione di To Tape, perché la vita è un costante refuso).