La puntata con i vinili, l’ospite in studio, la scoperta di nuova musica
Quante volte nel corso di tutte le stagioni ho raccontato dell’idea dietro il format To Tape e del suo scopo. Ma certe cose non si smette mai di ripeterle e ciò che rende piacevole la necessità di ribadire un concetto sono le occasioni che creano questa possibilità.
To Tape nasce come format musicale di condivisione con l’intenzione di ricreare quel sentimento di ascolto collettivo della musica, quando le condizioni tecnologiche e sociali spingevano le persone a riunirsi di fronte ad un disco, perché non tutti avevano una radio, poi uno stereo, poi un impianto Hi-Fi o non tutti possedevano quell’oggetto. Ritrovarsi, riunirsi, confrontarsi nell’ascolto, nella scoperta, essere l’uno il motore di ricerca dell’altro e condividere i saperi e le conoscenze (alcune volte errate ma che venivano tramandate comunque, contribuendo in ogni caso all’incremento di una memoria storica musicale collettiva), erano gli aspetti che si celavano dietro un disco.
La radio, poi, è per antonomasia lo strumento più iconico e funzionale di questo stare insieme, capace di raggiungere persone diverse, in luoghi diversi ma con le stesse passioni e necessità sviluppate o in potenza: un individuo dietro un microfono che condivide con un numero imprecisato di altri individui l’ascolto e la scoperta di nuova musica, di nuove realtà capaci di appassionare ed aumentare la nostra conoscenza del mondo, perché la musica è anche storia, geografia, politica e tutto ciò che può abbracciare lo scibile umano.
Nella puntata di ieri è successo esattamente questo: dei vinili, un giradischi, due persone che chiacchierano di musica, ne scoprono di nuova o riscoprono quella del passato raccontassi aneddoti, raccontando la storia dell’umanità con due microfoni accesi e la scritta ON AIR sopra la testa.
Potete riascoltare tutto questo in podcast