Etichette indipendenti, passione e lungimiranza

Etichette indipendenti, passione e lungimiranza

Quando parliamo di etichette indipendenti, ci riferiamo alle realtà discografiche operanti a margine di quel mercato che risponde ad esigenze puramente economiche e di profitto. Ai confini di quel mondo ci sono loro a creare il ponte per collegare un certo tipo di pubblico e l’artigianato musicale, se vogliamo dirla così.

Questo non significa manchino economie, professionalità, preventivi e consuntivi di spesa, perché di sola passione non si vive e l’arte, come tutte le cose, dev’essere pagata per poter continuare a svilupparsi in completa libertà. La differenza, principale, con il mercato discografico commerciale è nella ricerca di qualità e contenuto da parte delle realtà indipendenti, le stesse che spesso fanno da traino all’instaurarsi di fenomeni di massa grazie alla spinta dal basso della collettività che si trasforma poi in pubblico, una volta raggiunte le vette delle classifiche e delle vendite. Proprio il termine “collettività” può delineare quel confine segnato tra etichette e case discografiche.

Le etichette indipendenti italiane

Un discorso generico applicabile a qualunque tipo di realtà discografica indipendente, compresa quella italiana, i cui dettami non sono diversi e la ricerca, la passione e la lungimiranza ne sono le qualità intrinseche che permettono a loro volta qualità. Delle tante esistenti, in questa puntata ne abbiamo scelto tre molto vicine a To Tape: Record Kicks, Irma Records e Four Flies Records.

Con scopi differenti, tutte e tre si rivolgono a certi suoni ormai classici – nel senso di indispensabili all’esistenza della musica tutta – ma con un approccio contemporaneo, quindi la riscoperta di certi suoni e stili applicati e applicabili al presente e in certi casi anticipatori del futuro.

Anatolian Funk, l’Africa in Via Tiburtina e Michael Jackson tra etichette indipendenti e non

Nell’ascolto di nuovi dischi pubblicati da queste tre etichette indipendenti, il percorso ha subito delle deviazioni come accade in ogni puntata. Dalla Tiburtina di un Maestro come Gianni Oddi – la passione e la lungimiranza di cui sopra – il tragitto è stavo breve verso il Camerun del sassofonista Manu Dibango che contribuì alla diffusione dell’Afro Jazz con la pubblicazione di una canzone conosciuta in tutto il mondo e da diverse generazioni. Ma il collegamento tra l’Europa e i territori più a Sud continua con la storia degli Altin Gün, pionieri dell’Anatolian Funk il cui processo di nascita è invertito rispetto a quello che permise lo sviluppo dell’Anatolian Rock.

In tutto questo viaggio abbiamo anche scomodato personaggi illuminati e illuminanti come Booker T. Jones, o non proprio fortunati come Foster Sylvers, Michael Jackson tramite Bill Withers. Ma il resto potrete scoprirlo direttamente voi con l’ascolto del podcast.

Vi siete iscritti alla newsletter? Trovate il form in homepage

  • Gennaio 24, 2023
  • 1