Dal multiverso al multiJazz
Ammetto che questo richiamo al multiverso per parlare di multiJazz sia il mio primo titolo clickbait, perché non parleremo assolutamente di Stranger Things, la cui citazione serve solo come associazione lessicale. Il Jazz ha sempre avuto la capacità di essere versatile, mutevole, un multiplo di se stesso, e da qui l’idea del titolo.
Puntata 7×24 – il multijazz
È stata un’immersione totale alla fonte del Jazz contemporaneo nelle sue varie declinazioni, ispirati da annunci di nuovi album in arrivo – vedi Kamasi Washington – e percorsi musicali che si incrociano per tracciare nuove strade.
Abbiamo parlato anche di etichette indipendenti impegnate nella politiche di sostenibilità: la Beggars Group, uno dei più grandi gruppi indipendenti di etichette discografiche del mondo, riunisce XL Rec, Rough Trade, 4AD, Matador e Young. La Beggars Group ha fondato anche alcune associazioni, come la IMPALA (menzionata nella ultima newsletter di To Tape in versione podcast, dedicata al rapporto tra piattaforme streaming e musica). Nel 2022 ha aderito alla UN Race to Zero, per unirsi alla più grande coalizione mondiale di attori non statali che intraprende un’azione immediata per dimezzare le emissioni globali entro il 2030.
Puntata 7×25 – il Jazz e il Chill Hop
Uno degli ultimi singoli di Coez, Terra Bruciata, nell’album collaborativo con Frah Quintale è la pista di decollo per il Giappone, dal padre del Chill Hop Nujabes. Anche in questa puntata parliamo di multijazz, perché dal tum cha dei beat lo-fi alle melodie del piano di Marco Frattini il comun denominatore è sempre il Jazz, e neanche così invisibile all’ascolto.
La scoperta di Samuele Cyma al suo esordio, tematiche più ambient e hyperpop, ci porta a parlare di antenati, compilation sul jazz del Sudafrica ed altri esordi sul mercato internazionale. In chiusura l’audioracconto di RBSN del suo ultimo singolo insieme a Marco Castello: qui non si incontrano solo musiche ed esperienze diverse ma anche lingue che portano con esse la storia dei popoli.