Dio salvi Kate Tempest

Vi avevo parlato già di lei tante volte, poi il caso ha voluto che mi imbattessi in Kate Tempest – fuori dalle mie cuffie e dalla radio e dal mio ciarlare di lei con gli altri appena se ne presenti l’occasione – durante il nuovo spettacolo di Manuel Agnelli di cui vi ho già parlato qui.

Ho conosciuto i Sound of Rum, la formazione musicale con la quale la giovane Kate debuttò come paroliere e cantante, circa un anno dopo l’uscita del loro unico disco “Balance”; un concentrato di funk, hip hop, soul, tutto condito da un fiume di parole e un flow unico, che con l’andare del tempo si sarebbe rinforzato sotto la sempre più forte passione per la poesia.

Lo Spoken Word, praticato da Kate, è un tipo di poesia che viene espressa oralmente – come si faceva già nell’antica Grecia. Un metodo di diffusione dell’arte poetica quasi scomparso con l’avvento della carta stampata, poi ripreso dagli hippy negli anni 60 del xx secolo e reso sempre più conosciuto tanto da essere, oggi, anche molto seguito in Italia. È una vera e propria declamazione dei versi che segue l’intensità del componimento, perché passando direttamente dalla bocca, subisce tutte le modulazioni sonore che l’apparato vocale umano produce. Anche in Italia, negli ultimi anni, si è sviluppata molto questa tendenza e diversi sono gli eventi annuali e i festival di Poetry Slam, evento in cui ci si sfida letteralmente a colpi di poesia, come succede nelle battle di Rap.

Kate Tempest è un’esponente di questo stile e molto considerata dalla stampa, non solo per il suo metodo di “scrittura” ma anche per le sue doti comunicative che travalicano spesso la lingua con cui si esprime, l’inglese, riuscendo a colpire anche chi non ne abbia padronanza. Il suo flow è potente e incisivo, merito delle sue radici musicali che affondano anche nel Rap e grazie alla quali ha reso i Sound of Rum un progetto che subito ha avuto il favore del mondo culturale a tutti i livelli: capacità di mettere in rima delle vere e proprie poesie decantandole con passione ed eleganza, sostenute sempre da produzioni musicali di livello, tra classici beat rap e grandi bordoni sonori.

Quasi un disco all’anno dal 2012, dopo lo scioglimento della band, due libri pubblicati e tradotti anche in Italia e una sequela sempre maggiore di ammiratori fanno di questa giovane donna di Londra uno dei maggiori rappresentanti della poesia inglese odierna.

Il 14 giugno uscirà il suo nuovo disco The Book Of Traps And Lessons e qui di seguito potete averne un assaggio: indossate le cuffie, alzate il volume e lasciatevi rapire da questa musa dai capelli rossi.
E se volete saperne di più, vi basterà scrivere “Kate Tempest” su Google per essere inondati da migliaia di articoli su di lei.

  • Maggio 3, 2019