Blamus
Ci sono cascato di nuovo, o forse non ne sono mai uscito da quando ho iniziato veramente: insomma, questa storia della corsa mi sta prendendo parecchio, anche se ancora non capisco se per vero piacere, bisogno di non sentirmi già vecchio a 34 anni, o per pura necessità in vista di un preciso obiettivo (che comunque ho ma non svelerò mai).
In realtà, questo sarebbe dovuto essere uno scritto di diverso tempo fa ma poi il tempo scorre e succedono cose: ho passato diversi giorni fuori casa e impossibilitato a scriver(mi)e ma poi, oggi, è tornata di nuovo la voglia di raccontarmi e raccontare.
Ho deciso di allungare di circa un chilometro il mio percorso, spostare l’orario possibilmente nel tardo pomeriggio, verso il tramonto, per gustarmi un po’ di fresco, la calma che mi regala a quell’ora il percorso che faccio e magari anche scaricare giù tutti i pensieri del giorno. Farlo la mattina presto, spesso, diventa per me controproducente, perché ho in testa tutto ciò che dovrei fare durante il giorno e il mio approccio alla corsa diventa frettoloso portandomi a gestire male le energie, il respiro, l’andatura.
Nel mio continuo peregrinare alla ricerca di nuovi stimoli musicali e radiofonici, sono imbattutto in Blamus, un programma di Radio Rama dedicato alla black music che va in onda ogni venerdì sera e che io, naturalmente, ascolto in podcast.
Stranamente – o forse non è neanche tanto strano perché sono realmente preoccupato -, oggi, ascoltavo un programma di politica sulla radio nazionale per tenermi aggiornato sugli sviluppi riguardanti il nostro Governo (o Guerno, come direbbe l’eroe Betello) e rinfrescato da quell’aria calma dell’imbrunire, ho sentito la necessità di farmi coccolare dalla voce roca e profonda dello speaker di Blamus che, insieme ai suoi compari, scarica quintali di musica nera nell’etere e nell’internet, regalando momenti di tranquillità in chi ascolta.
Il tipico programma salotto che non ha pretese di snocciolare date, momenti, chicche storiche musicali (non troppo, almeno), che spesso ha ospiti in studio per due chiacchiere a ritmo di black music.
Magari sembrerà strano che io parli di altri programmi radio, perché potrei rischiare di perdere ascolti, ma non sono mai stato autoreferenziale e forse questo è un errore o magari no.
Nel frattempo, corro, ascolto musica, non ci penso e condivido le mie esperienze con chi ha la pazienza di leggermi.